![]() Fig.1. Schema delle relazioni tra raggi cosmici, 10Be e 14C. Da Steinhilber et al., 2012, fig.1. |
I raggi cosmici che raggiungono la Terra interagiscono con
gli atomi dell'atmosfera (ad esempio con l'14N per produrre il
14C; dall'azoto più un neutrone deriva il carbonio
più un protone) dando origine a diversi radionuclidi dai quali,
reciprocamente, si può dedurre l'intensità dei raggi cosmici
originali e quindi, complessivamente, l'attività solare. In particolare il
10Be, dopo essere stato prodotto, rimane in atmosfera circa un
anno (o pochi anni) prima di depositarsi, ad esempio sui ghiacci artici e antartici, ed
essere misurabile nelle carote di ghiaccio. Il
14C entra nel ciclo del carbonio (si ossida a CO Un lavoro di Miyake et al., 2015 su Geophysical Research Letters,
è stato l'ultimo di una serie,
da parte di vari autori, in cui si mette in evidenza la presenza di un massimo
del 10Be in epoca alto-medievale (carolingia), attorno al 775 d.C. e
si discute della sua energia calcolata (e del modello usato per il calcolo).
Sembra che l'assoluta eccezionalità e potenza dell'evento, definita
in Miyake et al., 2012 sia stata ridimensionata da Usoskin et al, 2013 che
però lo considera ancora il più forte degli ultimi 1000 anni
almeno. Per Miyake et al, 2012 il picco era la firma di un evento unico, non
solare. Usoskin et al., 2013 rivede il modello usato in precedenza per
calcolare l'energia emessa e lo ascrive alla classe degli eventi solari,
anche se di energia del tutto eccezionale.
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Nel grafico in alto della fig.2 si nota subito che il massimo definito
775 d.C. si trova in realtà nel 780. Nell'articolo si dice: :"An
apparent peak of the 10Be concentration is observed, near
the A.D. 774/775 event (at A.D. 780 of the 10Be-14C
age)", in un altro punto la causa dell'apparente spostamento di 5 anni è
attribuita all'incertezza del modello di età, di circa 12 anni.
Gli autori, dallo spettro di Fourier dei dati interpolati (non sono a passo
costante), ricavano periodicità
comprese tra 2.8 e 7.8 anni (qui
lo spettro degli autori) e le attribuiscono a "variabilità
climatica multiannuale attorno all'Antartide". Lo spettro Lomb di fig.2
mostra essenzialmente la stesso intervallo di periodi ma contiene un picco a
3.6 anni non trovato dagli autori; credo però che si possa concordare
con gli autori sulla mancanza di "firma solare" nello spettro anche se gli
stessi, nel paragrafo finale dell'articolo, ritengono probabile la sua
appartenenza alla classe degli SPE (Solar Particle Events).
Come si può immaginare, la presenza dell'evento 775 d.C. è
stata verificata dall'analisi dei radioisotopi negli anelli di accrescimento
degli alberi di numerosi siti.
Mi sono chiesto se la presenza di questa "anomalia" nell'emissione di
raggi cosmici potesse essere presente anche nei proxy meno adatti ad
evidenziarla, ad esempio nell'accrescimento degli anelli, nel δ18O (proxy della temperatura) o nei dati di temperatura di
Pages2k (anch'essi derivati dal δ18O). Per verificarlo ho
utilizzato quattro dendrocronologie (vedere qui su CM) e due
temperature, tutte relative al periodo 750-790 d.C. e le ho confrontate con
i dati di Miyake et al, 2015 spostati indietro di 5 anni, nella fig.3 (pdf).
Fig.3. Confronto tra i proxy e i valori (indicati come
fuji-5yrs) a passo quasi annuale ottenuti dagli autori. La riga verticale
verde indica l'anno 775.
Questa figura è stata ottenuta scalando tutti i dati (v. qui per i dettagli)
all'intervallo arbitrario 0-1000, indipendentemente dall'unità di
misura.
Si nota una buona corrispondenza tra il massimo del Berillio e un
massimo corrispondente nelle serie proxy. In qualche modo i proxy "sentono"
i raggi cosmici anche se non sono gli strumenti più adatti. Non mi
sentirei di dire il contrario: un picco, anche debole, sui proxy non
può essere attribuito a eventi di raggi cosmici.
Parte storica
Un evento così importante, verificatosi in epoca storica,
potrebbe essere stato registrato nelle cronache alto-medievali. Usoskin et
al., 2013 citano due libri, uno dei quali abbastanza noto nel mondo
anglosassone: Scholz, B. W., Rogers, B. 1970, Carolingian chronicles:
Royal Frankish Annals and Nithard's Histories; e gli Annali dell'Ulster
fino al 1131 d.C.
Io non ho potuto consultare il primo, ma, ritornando a una "vita precedente"
in cui per alcuni anni ho studiato la storia alto-medievale e della quale
conservo la documentazione a portata di mano, posso dire che la
"Historiarum Libri Quattuor" di Nitardo (figlio di Berta, una delle figlie
di Carlo Magno) tratta periodi posteriori al 775: il 2.o paragrafo del
I libro inizia a parlare di Ludovico il Pio, figlio e successore di Carlo.
Nitardo documenta, fino alla sua morte avvenuta nell'844, il
disfacimento dell'impero carolingio. Quindi le sue storie sono precedenti
al 994, anno in cui sarebbe avvenuto l'altro evento di raggi cosmici, e
non ci interessano. I "Royal Frankish Annals" sono gli
"Annales Regni Francorum" e li riporto in originale, solo per l'anno 776
dato che sono coperti da copyright o da abbonamento, nel sito di supporto.
Nel riquadro successivo riprendo alcune frasi da cronache e annali,
insieme ad una traduzione parziale, non avendo più il coraggio di
avventurarmi in traduzioni complete. Da notare che la Cronaca Erphordensis
è, appunto, una cronaca e non riporta gli eventi associati agli anni,
come fanno gli annali.
<<< 153 >>>Annales Regni Francorum SS rer. Germ. 6, a. 776, p. 44 Sed Dei virtus, sicut iustum est, superavit illorum virtutem, et quadam die, cum bellum praeparassent adversus christianos, qui in ipso castro residebant, apparuit manifeste gloria Dei supra domum ecclesiae, quae est infra castrum, videntibus multis tam aforis quam etiam et deintus, ex quibus multi manent usque adhuc; et dicunt vidisse instar duorum scutorum colore rubeo flammantes et agitantes supra ipsam ecclesiam. ... e dicono si vedesse la forma di due scudi di colore rosso, fiammeggianti e in movimento sopra la stessa chiesa.
Chronica minor Minoritae Erphordensis SS rer. Ger. 42
Si sono visti anche molti prodigi: il segno della croce apparve sui vestiti degli uomini, e il sangue sgorgò dal cielo e dalla terra. Dagli Annali dell'Ulster (fino al 1131)
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L'evento del 994
Le informazioni di cui dispongo sono un grafico della
tesi di dottorato di Miyake (2013) che riproduco sotto, nella fig.4,
Fig.4. Fig.8-2 della tesi di Miyake (2013) in cui si evidenziano
i due eventi (775 e 993-994 d.C.) dal flusso del 10Be.
e i dati della variazione del 14C per i due eventi, estratti
manualmente dalla figura 8-1 della tesi. L'evento del 994 è riportato
nella fig.5 (pdf).
Fig.5. Confronto tra i proxy e l'evento del 994 d.C.
nell'intervallo temporale 950-1050. La riga verde segna l'anno 994.
Dal confronto appare che alcuni proxy, ad esempio yamal e ak096, hanno
registrato anche questo evento mentre per altri la situazione è
più incerta. D'altra parte, come si vede nelle figure 4 e 6, l'evento
più recente è meno potente di quello del 775 d.C.
Non potendo in questo caso disporre dei dati derivati dal
10Be, riporto
nella fig.6 (pdf) la struttura e lo spettro Lomb
dei due eventi, derivati dal Δ14C.
Gli spettri sono poco indicativi perché calcolati su dati "non
detrended", dato che non c'è sufficiente intervallo temporale
per ricavare la funzione sottostante; possono essere usati per evidenziare
differenze e somiglianze, come il picco a circa 9 anni, debole per il 775
d.C. e forte nel 994 e la struttura a circa 15 anni simile nei due casi.
Nello spettro del 994 non c'è traccia del debolissimo picco, a circa 21
anni, di 775, che potrebbe essere una "firma solare" scritta con inchiostro
quasi invisibile.
Fig.6. I due eventi "visti" dal 14C. A destra gli spettri
Lomb, poco indicativi perchè non si è potuto fare il detrending dei
dati.
In conclusione, eventi del passato che hanno interferito con l'atmosfera terrestre e forse con il clima, come riportato dagli Annali dell'Ulster al 777.4, hanno lasciato il loro segno anche su registrazioni non particolarmente adatte a questo scopo.
Tutti i grafici e i dati, iniziali e derivati, relativi a questo post si trovano nel sito di supporto qui |
Bibliografia